L'ODALISCA DI DOMENICO CANTATORE

Domenico Cantatore Ruvo di puglia 1906- 1998 è stato un pittore e illustratore italiano

Dalla Puglia nel 1924 si trasferisce a Milano dove inizia a dipingere e a frequentare il gruppo di artisti legati al movimento artistico Corrente e nel 1929 tiene la sua prima personale alla Galleria Milano

Grazie all'aiuto di un amico, nel 1932 si trasferisce a Parigi  dove conoscerà a fondo gli impressionisti come la pittura di Pablo Picasso e dei fauves  Del periodo parigino restano un quaderno e qualche puntasecca. Nel 1934 espone alla Galleria del Milione i disegni del periodo parigino.

Partecipa successivamente al Premio Bergamo alla Biennale di Venezia  che gli dedicheranno pareti e sale personali e alla Quadriennale di Roma  dove entrerà a far parte della "Commissione per gli inviti" della VII edizione del 1955  Personali alla Galleria Barbaroux, alla Galleria Genova, alla Galleria Annunciata e Galleria Gianferrari.

Dal 1940 è nominato per chiara fama titolare della cattedra di "Figura disegnata" presso il Liceo artistico e nel 1950  diventa titolare della cattedra di "Pittura" presso l'Accademia di Belle arti di Brera  di Milano

Un'esistenza, la sua, consumata alla dedizione al lavoro, da maestro che come pochi ha scoperto l'antica misura di esser moderno.

Di particolare spicco la sua produzione grafica ; un complesso di litografie, acqueforti, cere molli, acquetinte ad uno p più colori, da allineare accanto all'opera pittorica, che contribuisce ad acclamarne compiutamente la personalità. Sperimentatore attento alle ricerche più novatrici fin da quando aveva studio all'Accademia di Brera, dove per anni ha tenuto la cattedra di pittura ; cosi che egli stesso in una intervista rilasciata a Mario Monti (pubblicata nel volume Immagine Tradotte, disegni e d'après, Milano, 1988, che raccogli acquerelli, smalti e pastelli, frutto della sua mediazione sugli antichi maestri) : "La mia passione per l'incisione risale agli anni d'insegnamento a Brera.

I primi esperimenti li facevo per mio conto, escogitando anche tecniche di mio capriccio. La mia prima litografia la realizzai da Upiglio, anche lui agli inizi, tanti anni fa. Quella litografia fu premiata alla Biennale della Grafica di Venezia. In seguito ho ripreso in modo più professionale con Raffaele Bandini. Bandini e Upiglio sono ora i nomi di maggior fiducia. Sono rimasti pochissimi gli esecutori grafici che si avvalgono di metodi classici, originali. Purtroppo anche in questo campo vi sono esigenze di mercato che impongono determinati soggetti, limitando all'artista la libertà d'espressione e di fantasia. Con Bandini lavoro da molto tempo, litografie incisioni all'acquatinta, a cera molle, nei modi più tradizionalmente validi, con risultati che emergono dal mare magnum delle mie sofisticazioni".

Un excursus, che principiato nel 1942, con le acqueforti Donna Seduta e Nudo in piedi (eseguito per illustrare "Cenerentola" di Massimo Bontempelli), si sviluppa gradualmente dal 1958 ad oggi, attraverso qualche centinaio di fogli, in attesa di una compiuta catalogazione.
Ci limitiamo a segnalare il Nudo Giallo Seduto (lito in tre colori, 1958), la prima ODALISCA con il pappagallo (lito in cinque colori, 1959) preannuncio di molteplici analoghe figure femminili serene e incantate insieme, in blu, in lilla, in rosso, in giallo, colte in un momento di siesta nel chiuso di una stanza, o en plein air, in un meriggio affocato, o alle prime luci della sera la gentilissima Donna in bianco allo specchio (lito in sette colori, 1959), il mirabile Crocefisoo Verde (incisione su zinco in cinque colori, 1960), che non esiteremo a collegare per la sincera spiritualità che lo anima, al Cristo ligneo di intagliatore dauno della fine del dodicesimo secolo, conservato presso la Pinacoteca Provinciale di Bari ; la sorprendente Gitana (lito in nero, 1960) premiata alla quarta edizione della Biennale grafica di Venezia (1961), la Natura Morta con la Conghiglia (incisione su zinco a otto colori, 1960), una delle prime creazioni di grande sensibilità e controllo, in cui si affida a poveri oggetti di uso familiare ; che vedremo riproposti in più fogli con la stessa intensità espressiva ; Gente del Sud (cera molle su zinco, in nero, 1963) unitamente a quel capolavoro, che è quasi un'antica icone, La Figura della Sera (acquaforte acquatinta a cinque colori, 1963) dalle magiche cadenze di rossi e di neri, le testimonianze della scoperta della sua terra, la Puglia, che in una summa, viene amorevolmente documentata attraverso quindici incisioni a colori, eseguite in omaggio a Rocco Scotellaro (lo scrittore rivelato da Carlo Levi) raccolte nella cartella Un Incontro Antico (Edizioni dell'Orso, Milano, 1974), raffigurazione della realtà quotidiana dei suoi uomini e delle sue donne che hanno la mdesima humanitas delle sculture delle cattedrali romaniche di Ruvo, Barletta, Bitonto, Trani, Bari e a volte, ci riportano agli affreschi delle grotte basiliane e di alcune cripte di chiese dell'undicesimo e dodicesimo secolo, gli ulivi centenari che, sembra quasi lottano, so sono opposti alla inclemenza del mutare dei giorni e delle stagioni, alcune essenziali notazioni di paesaggi dai segni energici e bilanciati insieme, e dalla paritura cromatica mediterranea, soggetti su cui tornerà ad indagare nel fluire del tempo, anche oggi.

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